Cos'è
La piometra è definita come un'infezione dell'utero; è una patologia causata da una degenrazione del tessuto uterino che causa un accumulo di pus al suo interno. Questa infezione è molto frequente negli animali domestici, come cagne e gatte di qualsiasi razza. E' una patologia grave e pericolosa che deve essere trattata tempestivamente ed in modo repentino.
Le cause
La piometra compare generalmente dalle 3 alle 6 settimane dopo la fine del calore, e può colpire cani e gatti di qualsiasi razza ed età, con cause differenti.
La piometra è spesso il risultato di cambiamenti ormonali nel tratto riproduttivo. Durante l'estro ("calore"), i globuli bianchi vengono rimossi dall'utero per consentire il passaggio sicuro degli spermatozoi. Nella fase di diestro (fase successiva all’estro), si hanno produzioni elevate di progesterone, ormone prodotto dal corpo luteo dopo l’ovulazione, che prepara l’utero alla gravidanza, causandone l'ispessimento della parete un aumento del numero delle sue ghiandole. Se la gravidanza non si verifica per più cicli estro, il rivestimento uterino continua ad aumentare di spessore fino a formare cisti in esso. L'ispessimento e queste ghiandole secernono fluidi che creano un ambiente ideale in cui i batteri possono crescere, riducendo inoltre il potere contrattile dell'utero stesso. Il motivo della predisposizione di un soggetto che non ha avuto mai cucciolate è quindi dettato dalla mancata rigenerazione uterina che normalmente si verifica durante la gravidanza.
Quest'evenienza è molto comune e la maggior parte delle cagne mature e anziane, non utilizzate per la riproduzione, prima o poi finisce per sviluppare una piometra. Nelle cagne giovani, la causa più comune di piometra è la somministrazione di estrogeni, eseguita generalmente da un veterinario per prevenire la gravidanza dopo l'accoppiamento o per sopprimere o prevenire il calore.
Nelle gatte l'incidenza della piometra è invece meno frequente, ma comunque presente.
Come entrano i batteri
La cervice è la porta dell'utero. Essa resta ben chiusa, tranne durante l'estro. Quando è aperta, i batteri che si trovano normalmente nella vagina possono entrare nell'utero piuttosto facilmente. Se l'utero è normale, l'ambiente è sfavorevole alla sopravvivenza batterica, tuttavia, quando la parete uterina è ispessita e cistica, esistono le condizioni ideali per la crescita batterica. Inoltre, quando queste condizioni anormali esistono, i muscoli dell'utero non possono contrarsi correttamente. Ciò significa che i batteri che entrano nell'utero non possono essere espulsi. Il principale batterio responsabile di questa patologia è l’Escherichia Coli , che ha una spiccata predisposizione per i recettori della mucosa uterina.
Sintomi
Esistono due tipi di piometra, a cervice aperte e a cervice chiusa, classificate in base alla condizione della cervice uterina, la struttura che separa l'utero dalla vagina.
Nelle cagne con una piometra a cervice uterina aperta il pus prodotto nell'utero esce all'esterno attraverso la vagina, pertanto questi animali presentano uno scolo vaginale contenente pus e sangue. Questo scolo si nota solitamente 4-8 settimane dopo la fine del calore. Questo tipo di piometra può essere riconosciuto rapidamente durante la visita veterinaria per la presenza dello scolo vaginale.
Nella piometra con cervice chiusa il pus non può uscire e si accumula nell'utero, dilatandolo progressivamente. A causa della mancanza del sintomo facilmente riconoscibile dello scolo vaginale, questa piometra è più difficile da rilevare alla visita. Tuttavia, a causa della frequenza di questa patologia, la piometra viene sempre presa in considerazione nella lista di diagnosi differenziali nelle cagne non sterilizzate che mostrano segni di malessere.
In questo secondo caso la patologia è molto più grave, e ad un intervento non tempestivo può comportare un elevato rischio di decesso. Una piometra aperta non significa una piometra meno grave, tuttaltro, dato chein alcuni casi può chiudersi nel giro di pochi giorni.
La gravità della patologia dipende proprio dall’ingente proliferazione di batteri che liberano endotossine, che vengono assorbite attraverso il sistema circolatorio, causando un’intossicazione sistemica,caratterizzata non solo da vomito e diarrea, ma anche da alterazioni dei glomeruli renali, con conseguente predisposizione ad una eventuale insufficienza renale.
Le tossine prodotte dai batteri influenzano la capacità del rene di trattenere i liquidi. L' aumento della produzione di urina si verifica, e il cane beve un eccesso di acqua. Ciò si verifica sia in piometra a cervice aperta che a cervice chiusa.
Lo stato di malessere sarà quindi ben evidente nella maggior parte dei casi: i segni iniziali sono inappetenza, apatia ed abbattimento, vomito, seguiti in un secondo momento l’animale manifesta un forte aumento del fabbisogno d’acqua, seguito da un incremento (in frequenza e quantità) della minzione.
Come diagnosticarla
I cani che vengono visitati all'inizio della malattia possono avere una lievissima perdita vaginale e non mostrano altri segni di malattia. Tuttavia, la maggior parte dei cani con piometra non vengono visitati se non nello stadio avanzato della patologia, ovvero quando stanno bevendo una maggiore quantità di acqua, urinano molto e non mangiano; se la paziente non è stata sterilizzata sarà un potenziale cagna affetta da piometra.
La diagnosi quindi si basa sull’associazione tra anamnesi, sintomatologia e indagini diagnostiche. Tra quest’ultime, un ecografia, in taluni casi anche una radiografia, può darci la diagnosi di certezza, permettendo di determinare le dimensioni dell'utero, lo spessore delle sue pareti e la presenza di liquido (pus) accumulato all'interno.
Di supporto sono sicuramente gli esami di laboratorio, con esami del sangue, delle urine o strisci vaginali.
Come si tratta
Per risolvere questa patologia, il modo più efficacie è l'intervento chirurgico, con l'asportazione completa di utero e ovaie.
Questo intervento si adotta se le condizioni del cane non sono troppo critiche, poiché, per affrontare un intervento chirurgico, è bene che l’animale abbia i parametri vitali il più vicino possibile alla norma; un intervento del genere stroncherebbe l’infezione e la possibilità che si possa ripresentare. Nel caso in cui l’animale non possa affrontare tranquillamente l’intervento, sarà sicuramente necessario iniziare una terapia antibiotica e una fluidoterapia nell'attesa di stabilizzare il paziente per procedere poi alla risoluzione del problema.
Nelle cagne che sono ancora in buone o discrete condizioni generali, il recupero completo dopo la chirurgia avviene in pochi giorni. Nelle cagne in cattive condizioni è
necessaria una terapia postoperatoria più aggressiva, con terapia reidratante endovenosa, somministrazione di antibiotici, controllo degli esami del sangue. Con un'adeguata assistenza, anche i casi
gravi hanno spesso buone possibilità di recuperare. Si deve tener presente che se anche la chirurgia può rappresentare un rischio in un animale debilitato, senza trattamento l’alternativa è la
morte.
Se invece la patologia viene diagnostica allo stadio
iniziale, potrebbe essere necessaria solo la cura mediante flebo ed antibiotici, ma in questo caso bisognerà considerare il fatto che la guarigione non è assicurata e l’infezione facilmente potrà
ricomparire.
Come prevenirla
Tutte le cagne che non sono destinate alla riproduzione dovrebbero essere sterilizzate.
In questo modo non solo si prevengono completamente le infezioni dell'utero, ma anche i tumori mammari, e ovviamente si evitano le gravidanze indesiderate senza la necessità di somministrare sostanze chimiche dannose. I rischi dell'intervento chirurgico nei soggetti sani sono minimi. È possibile anche sterilizzare cagne più anziane, grazie ai progressi dei protocolli anestetici e alle misure di supporto prese prima, durante e dopo l'intervento.