VETERINARIA VIII COLLE

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Il Gatto e la Toxoplasmosi

Ogni volta che il gatto viene associato ad una donna incinta, ecco che viene in mente a tutti questa parola: Toxoplasmosi!

Ciò comporta spesso un ingiustificato allontanamento dell'animale, a volte favorito dalla superficialità di alcuni ginecologi che si affrettano a dire semplicemente di non avere contatti con gatti.

Ma è davvero così rischioso per una donna incinta vivere con un gatto? Assolutamente no. Perchè allora questa credenza è così radicata? Perchè effettivamente il gatto è l'unico animale domestico definitivo del parassita, ed è quindi l'unico che ne elimina le uova con le feci; quindi è realmente fonte di contagio, ma ciò è comunque un'evenienza abbastanza difficile.

Analizziamo il tutto.

Il Toxoplasma

Il gatto è da sempre considerato il responsabile della trasmissione della Toxoplasmosi, malattia facente parte del gruppo delle zoonosi (che possono essere trasmesse da animale a uomo) sostenuta dal protozoo Toxoplasma gondii, un parassita che può infettare tutte le specie a sangue caldo, compreso l'uomo, e che vive all'interno delle cellule degli ospiti.

La maggior parte delle specie animali sono ospiti intermedi del parassita; questo può localizzarsi, sotto forma di cisti, in vari organi e distretti dell'organismo: muscoli, cuore, cervello, occhi, polmoni, fegato e reni.

Il gatto e i felidi invece fungono da ospiti definitivi del toxoplasma: per contagiarsi devono mangiare carni di animali infetti (ad esempio di topi predati o carne cruda contaminata) e presentano la forma intestinale del protozoo. Per questo sono gli unici animali che possono eliminare il parassita nell'ambiente esterno tramite le feci, mediante oocisti.

Le oocisti presenti nelle feci sono però non mature, quindi non infettanti; la loro maturazione impiega dalle 24 ore ai 5 giorni a seconda delle condizioni climatiche e solo allora saranno infettanti. Una volta maturate, le oocisti restano vitali nel terreno anche per oltre un anno; la terra, quindi, risulta una fonte reale di contagio.

Il gatto, invece, se ha contratto il protozoo, lo elimina per due o massimo tre settimane durante tutta la sua vita. dopodichè risulta immune.

Vie di Trasmissione della Toxoplasmosi per l'Uomo

  • Ingestione e manipolazione di carne crude o poco cotta (salumi inclusi);
  • Ingestione di verdure o frutta cruda contaminata;
  • Ingestione di latte crudo o uova contaminate;
  • Ingestione di oocisti da terricio o sabbia infetta (evitare di fare giardinaggio)
  • Manipolazione di feci di gatto infetto.

 

Come Comportarsi con il proprio Gatto

Affinchè avvenga il contagio, il gatto deve essere malato!

Per sapere se il gatto di casa è sano, bastano delle semplici analisi del sangue!

Non è affatto vero che tutti i gatti sono portatori del parassita, anzi, la maggior parte non sono mai venuti a contatto con la malattia e quindi sono assolutamente sani!

Per contrarre il parassita dovreste lasciare le feci per più di 24 ore nella lettiera, belle sepolte e al calduccio, prendere poi le suddette feci con le mani nude ed infine mettere le mani così sporche in bocca! Lo fareste?

Se il gatto di casa è sano, per evitare il contagio basta mantenere un'alimentazione regolare (con gli alimenti commerciali non ci sono rischi, con l'alimentazione casalinga vanno rispettate le stesse regole di cottura che ci sono per le persone) e se non esce non potrà assolutamente contrarre il parassita; non c'è quindi proprio bisogno di cambiare le proprie abitudini riguardanti il rapporto col proprio micio!

Nel caso di un gatto non testato o randagio e che ha la possibilità di uscire, è buona norma attuare severe norme di igiene.

In Conclusione

Se qualcuno vi dice di dare via il gatto perchè siete incinta, magari prima consultate un veterinario: i medici umani studiano la Toxoplasmosi solo dal punto di vista umano, ma i medici veterinari, essendo una zoonosi, la studiano da entrambe le parti!

Una domanda frequente è se si può contrarre la Toxoplasmosi dal proprio cane: la risposta è si! Ma dovreste mangiarlo, crudo o poco cotto...

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